mercoledì 17 dicembre 2008
AUGURI DI BUON NATALE
I RAGAZZI DELLA SECONDA C, LA CLASSE DI LATINO E LA REDAZIONE DEL BLOG AUGURANO AL DIRIGENTE SCOLASTICO, AL PERSONALE DELLA SCUOLA, A TUTTI I RAGAZZI E ALLE FAMIGLIE
UN SERENO NATALE DI PACE E ARMONIA
AUGURIIIIIIII
Solo per oggi
Solo per oggi crederò fermamente,
nonostante le apparenze contrarie,
che la Provvidenza di Dio si occupi di me
come se nessun altro esistesse al mondo.
Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata
senza voler risolvere i problemi della mia vita
tutti in una volta.
Solo per oggi farò almeno una cosa
che non desidero fare,
e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti,
farò in modo che nessuno se ne accorga.
Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto:
vestirò con sobrietà,
non alzerò la voce,
sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno,
non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno
tranne me stesso.
Solo per oggi sarò felice nella certezza
che sono stato creato per essere felice
non solo nell'altro mondo,
ma anche in questo.
Solo per oggi mi adatterò alle circostanze,
senza pretendere che le circostanze
si adattino ai miei desideri.
Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo
a sedere in silenzio ascoltando Dio,
ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo,
così il silenzio e l'ascolto
sono necessari alla vita dell'anima.
Solo per oggi, compirò una buona azione
e non lo dirò a nessuno.
Solo per oggi mi farò un programma:
forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò.
E mi guarderò dai due malanni:
la fretta e l'indecisione.
Solo per oggi non avrò timori.
(Preghiera di Papa Giovanni XXIII)
Ai miei strepitosi ragazzi e alle loro splendide famiglie porgo i più sinceri e affettuosi auguri di buon Natale
Antonella Tiralosigiovedì 11 dicembre 2008
......
dovremmo lavorare...ma...ihihih
comunque un saluto da tutti i ragazzi del progettooooo...
lunedì 8 dicembre 2008
Cos'è?
« S'i' fosse foco, arderei 'l mondo; | |
Chi saprà dirmi di cosa si tratta...sarà adeguatamente premiato. Il premio sarà consistente in relazione ai dettagli che mi saranno forniti. Approfondite... è uno spasso..... e buon divertimento!!! A.T. Il sonetto ha avuto anche una trasposizione musicale ad opera del cantautore genovese Fabrizio De André, nell'album Volume III del 1968 |
venerdì 28 novembre 2008
compitoooo di letteratura
giovedì 27 novembre 2008
mercoledì 26 novembre 2008
by "gli spettatori"........... nico, gae bau, giorgiogoogle!!!!!
mercoledì 19 novembre 2008
domenica 16 novembre 2008
La LiNgUa DeI SeGnI
La comunicazione avviene producendo quelli che a un profano possono sembrare dei banali gesti, ma in realtà si tratta di segni (che a differenza dei gesti hanno uno specifico significato codificato ed assodato, come avviene per le parole) compiuti con una o entrambe le mani, ad ognuno dei quali è assegnato uno o più significati. Le lingue dei segni sfruttano il canale visivo-gestuale, perciò il messaggio viene espresso con il corpo e percepito con la vista.
Le lingue dei segni sono afferenti alle comunità dei sordi sparse su tutto il mondo: ad ogni nazione corrisponde una sua lingua:
in Italia, la Lingua dei Segni Italiana (LIS),
negli Stati Uniti la Lingua dei Segni Americana o American Sign Language (ASL),
nel Regno Unito la Lingua dei Segni Britannica o British Sign Language (BSL),
in Francia la Lingua dei Segni Francese o Langue des Signes Français (LSF)
e cosi via. È da sottolineare che non solo a ogni nazione corrisponde una specifica lingua dei segni, ma che anche all'interno dello stesso paese esistono leggere varianti regionali della lingua dei segni nazionale ed in certi casi, perfino all'interno di una stessa città tra circoli di diversi istituti
sabato 8 novembre 2008
Visitatelo!!!!
http://www.blogsecondaa.blogspot.com/
by Gae bau
il folle volo di ulisse
La libertà di ricerca e di pensiero è una realtà indiscussa, non esistono più tribunali, nemmeno immaginari, che mettano in discussione il sapere. Le nuove frontiere raggiunte dalla conoscenze stimolano spesso dibattiti accesi e spesso preoccupati sulle conseguenze della realizzazione tecnica delle scoperte scientifiche, ma questo è il frutto inevitabile e legittimo del rapporto etico che l'uomo ha con la realtà.
Dante, invece, non è un uomo moderno, appartiene fortemente all'epoca in cui è vissuto, è cioè un uomo del medioevo, il suo pensiero è fortemente radicato a quella realtà.
Dante condanna Ulisse all'Inferno nell'ottava bolgia, tra i consiglieri fraudolenti, ma quello che emerge con maggior forza nel canto XXVI è il racconto dell'ultima, estrema impresa di Ulisse: il "folle volo" oltre le Colonne d'Ercole.
Ma qual è la discriminante che ci separa l'uomo moderno da Dante e dagli uomini del suo tempo?
Innanzi tutto Dante non è un uomo "copernicano", la sua visione cosmologica gli impone un'immagine dell'Oceano profondamente diversa da quella che più tardi le scoperte geografiche avrebbero offerto. Per lui l'Oceano non è l'ignoto da scoprire, non è la possibile via di comunicazione con i mercati orientali, per Dante oltre le Colonne d'Ercole c'è il mondo senza gente (Inf. XXVI; 117), la parte del globo terrestre negata ai viventi, dove l'unica terra emersa è la montagna del Purgatorio. L'impresa di Ulisse rappresenta quindi per il poeta medievale la violazione delle leggi divine. Dante, allora, non poteva supporre che non molti anni dopo la sua morte l'Oceano al di là delle Colonne d'Ercole sarebbe stato navigato e che in Europa si sarebbe presto diffusa la notizia della scoperta delle Canarie.
Se la concezione cosmologica medievale ci aiuta a capire l'immaginario dantesco per quanto riguarda l'ultimo viaggio di Ulisse, un altro elemento importante ci può aiutare a comprendere la condanna di Dante nei confronti di Ulisse.
Mentre per il lettore moderno il nome di Ulisse rimane legato all'Odissea di Omero, è importante sottolineare il fatto che Dante non potè conoscere i poemi omerici e Ulisse è per lui un personaggio conosciuto attraverso le opere latine di Stazio, Ovidio e Virgilio. Questa precisazione sulle fonti a cui Dante ha attinto per conoscere la figura di Ulisse non è una pura curiosità filologica, in quanto è anche di tale mediazione che risente la condanna di Dante nei confronti di Ulisse. Motivo costante nelle opere latine degli autori citati è infatti l'evidente simpatia per i Troiani, progenitori dei Romani, e l'avversione per i Greci perfidi e falsi che hanno incendiato e distrutto Troia. Per Dante ciò che era narrato nell'Eneide da Virgilio (l'assedio di Troia, il viaggio di Enea, l'aiuto del Cielo all'eroe troiano, la sua discesa all'Inferno) erano fatti storicamente avvenuti. E se tutti i Greci erano perfidi, Ulisse rappresentava il simbolo dell'empietà e della scelleratezza.
Un'altra importante considerazione si impone a questo punto per comprendere maggiormente la posizione dantesca rispetto all'astuto Ulisse: nel medioevo cristiano l'aggettivo sapiente non implicava un giudizio morale necessariamente positivo ed era importante, se non indispensabile, distinguere tra vera sapienza e vana sapienza, cioè tra la sapienza che si rivolgeva a Dio e quella invece che aveva come come fine le cose terrene. Per l'uomo medievale è fondamentale stabilire il valore positivo o negativo della conoscenza, il fine cui essa tende. E allora a qual fine tende il desiderio di conoscenza di Ulisse per Dante?
La sapienza, se non è rivolta a Dio, è stoltezza, è superbia e quindi Ulisse non si trova tra coloro che seguirono le giuste vie della sapienza, ma è dannato nelle Malebolge.
L'orazione di Ulisse ai compagni, nonostante muova da un desiderio di perfezionamento della natura umana (fatti non foste per viver come bruti,/ma per seguir virtute e canoscenza), è per Dante un consiglio fraudolento, in quanto la virtù può esercitarsi solo nell'osservanza delle leggi divine e nel riconoscimento dei limiti posti alla conoscenza umana.
Nonostante tutto questo Dante non nega a Ulisse una comprensione umana che nell'Inferno aveva già riservato a Francesca e a Farinata, nel senso che la sua è una condanna sofferta perché sente quel che di grandioso vi può essere nell'impresa di Ulisse.
by Gae bau
venerdì 7 novembre 2008
il folle volo di Ulisse
Dante, incuriosito da una fiamma che ha differenza delle altre ha due punte,chiede spiegazioni a Virgilio: in essa si trovano le anime di Ulisse e Diomede,i due eroi greci famosi per l'inganno del cavallo di troia e per altre azioni fraudolente compiute insieme.
Quando la fiamma si avvicina, Virgilio chiede a Ulisse di raccontare la sua vera fine.l'eroe greco allontanandosi da Gaeta,dove la maga circe lo aveva tenuto prigioniero più di un anno , convinsse i compagni a navigare oltre le colonne D 'ercole, che segnavano il limite posto dagli dèi al mondo degli uomini. Il desiderio di conoscere era il più forte era in lui il più forte degli afetti familiari.Giunti ormai nell' altro emisfero, dopo cinque lune di navigazione nell' Oceano ,Ulisse e il suo equipaggio avvistarono un alto monte.Non fecero però quasi in tempo a rallegrassi che un turbine improvviso colpi' la nave e li sprofondò negli abissi.
L' Ulisse dantesco non è più l'eroe omerico del ritorno agli effetti familiari, una volta compiuto il dovere verso la patria , e non è neppure l' aliari ,una volta compiuto il dovere verso la patria ,e non è neppure l'astuto ingannatore della tradizione latina.Egli nell' inferno è punito , ma soprattutto il simbolo del desiderio umano di affrontare l'ignoto, di allargare gli orizzonti della conoscenza. La sua impresa è un "FOLLE VOLO" ,cioè assurda e quindi destinata a naufragare
mercoledì 5 novembre 2008
OBAMA PRESIDENTE, L'AMERICA CAMBIA PELLE
"Nulla in questo Paese è impossibile" -
Il senatore dell'Illinois, 47 anni, diventa il 44esimo presidente degli Stati Uniti. Nella lunga notte elettorale ha superato quota 360 grandi elettori. Poi il discorso di investitura davanti alla folla di Chicago: "Non siamo una collezione di individui. Siamo gli Stati Uniti". Ai democratici forte maggioranza al Senato. Vola il dollaro, Borse asiatiche in rialzo.
da "La Repubblica" (05/11/2008)
martedì 4 novembre 2008
La commedia
venerdì 31 ottobre 2008
Halloween (corrispondente alla vigilia della festa cristiana di Ognissanti) è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese, che si celebra il 31 ottobre. Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.
In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro capodanno. In gaelico Samhain significa infatti "fine dell'estate".A sera tutti i focolari venivano spenti e riaccesi dal "sacro falò" curato dai druidi a Tlachtga, vicino alla reale collina Tara.
Nella dimensione circolare del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi .
I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da qui l'usanza del trick-or-treating.
Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.
Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?" Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse.
Infine,il nome "Halloween" deriva da "All Hallows Eve",che vuole dire appunto "Vigilia di tutti i santi", perciò "Vigilia della festa di tutti i santi", festa che ricorre, appunto, il 1° di novembre.
È usanza ad Halloween intagliare zucche con volti minacciosi e porvi una candela accesa all'interno.Questa usanza nasce dall'idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi (in realtà questi fuochi sono i fuochi fatui, causati dalla materia in decomposizione sulle sponde delle paludi); è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti. Questa usanza fa riferimento anche alle streghe, che nei tempi più remoti venivano bruciate sui roghi o impiccate; infatti, oggi si pensa che queste vaghino nell'oscurità della notte per rivendicare la loro morte (abbigliate in maniera più o meno orrenda) e ne approfittano per usare il loro potere ad Halloween, quando quest'ultimo aumenta in misura maggiore rispetto alla loro normale paranormalità. L'usanza è tipicamente statunitense, ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei: l'uso di zucche o, più spesso in Europa, di fantocci rappresentanti streghe e di rape vuote illuminate, è documentato anche in alcune località del Piemonte, della Campania, del Friuli (dove si chiamano Crepis o Musons), dell'Emilia-Romagna, dell'alto Lazio e della Toscana, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di zozzo. Anche in varie località della Sardegna la notte della Commemorazione dei Defunti si svolgono riti che hanno strette similitudini con la tipica festa di Halloween d' oltreoceano, nel paese di Pattada si incidono le zucche e all' interno viene accesa una candela, in altri paesi si svolge il rito delle "Is Animeddas" (Le Streghe), del "Su bene 'e is animas", o del "su mortu mortu", dove i bambini travestiti bussano alle porte chiedendo doni..La leggenda narra anche di un ragazzo, "Jack",il quale compiva solo atti malvagi,che, quando morì, divento' un fantasma vagando con una lanterna ricavata da una zucca illuminata.
QUESTE SONO ALCUNE DELLE INFORMAZIONI CHE HO TROVATO SU INTERNET SU HALLOWEEN E SULLE SUE ORIGINI... baciii daria
giovedì 30 ottobre 2008
Sciopero anti-decreto Gelmini
Raga
c'ero anch'io!!! Oggi ho protestato insieme a tutta l'Italia e vi dico dal profondo del cuore che mi sono profondamente emozionata vedendo sfilare fianco a fianco studenti, insegnanti, genitori, bambini.
Ma le cose che mi hanno colpito molto sono la pacatezza e la buona educazione dei ragazzi che non hanno sporcato le strade, non hanno urlato slogan volgari...segno che la protesta è seria e sentita.
Speriamo bene!!!
A.T
mercoledì 29 ottobre 2008
HALLOWEEN is the monsters and witches party..
comunque vi scrivo perchè fra due giorni è il 31 di ottobre e.. questo che vi ricorda??????
ragazzi è arrivato
SINGOLARE
NOMINATIVO: BONUS BONA BONUM
GENITIVO: BONI BONAE BONI
DATIVO: BONO BONAE BONO
VOCATIVO: BONE BONA BONUM
ABLATIVO: BONO BONA BONO
P.S. SCUSATE IL MIO PC NON HA SCRITTA L'ACCENTO LUNGO E QUELLO BREVE SULLE A DELLA SECONDA COLONNA (I declinazione rosa rosae.. etc etc)
GLI AGGETTIVI DELLA I CLASSE:
PLURALE:
NOMINATIVO: BONI BONAE BONA
GENITIVO: BONORUM BONARUM BONORUM
DATIVO: BONIS BONIS BONIS
ACCUSATIVO: BONOS BONAS BONA
VOCATIVO: BONI BONAE BONA
ABLATIVO: BONIS BONIS BONIS
Tanti saluti da daria.... ragazzi studiate il latinooo è moooolto importante come il greco e l'inglese... nn dite + che è una lingua morta (è una stupidagine.. il latino è importamte oggi..)
comunque ciaoooo
KISSKISS DARIA
lunedì 27 ottobre 2008
MITICI
devo farvi i complimenti per oggi 27/10/2008!! Siete davvero mitici, tutti bravissimi; avete fatto interventi da grandi sul V canto della "Divina Commedia" (soprattutto Gigi e Gae bau). Bravi! Siete il mio orgoglio...e della maestra Mimì!!
P.s. Chi ha inserito il meraviglioso post sul V canto? fuori il nome... avrà un voto super!!
A.T
by
DARIA C.
ecco la parte più significativa del cerchio dei lussuriosi: PAOLO & FRANCESCA
Amor ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
La corrispondenza fra "amore" e "cuore gentile" è uno dei cardini dello stilnovismo: Dante stesso aveva scritto che "Amore e cor gentil sono una cosa" e, prima di lui, anche il Guinizzelli aveva affermato che "Al cor gentil rempaira sempre amore".Questa terzina rende, quindi, conto del sentimento di Paolo, che, a causa della sua gentilezza d'animo e della bellezza della cognata, non può non provare un sentimento d'amore, pericolosamente al margine, forse, fra l'amore-gioco e l'amore passione.L'inciso che chiude il verso 102 "e 'l modo ancor m'offende" è uno dei nodi del testo dantesco ed ha impegnato a lungo la critica.
Alcuni hanno voluto vedervi il primo accenno alla morte violenta, forse prematuro, se si considera la perfetta scansione nei tre tempi canonici del racconto di Francesca (nascere del sentimento, reciprocità, conclusione), e fuori luogo, se si considera che nella valutazione di Dante la fine della vicenda non è la morte, ma "il doloroso passo", il drammatico passaggio dall'amor cortese alla passione.In Dante, poi, il vocabolo "offendere" ha raramente il significato corrente, mentre è più attestato il valore di "avvincere" oppure di "danneggiare". L'inciso può essere così interpretabile come il rimpianto di Francesca non per il sentimento in sè, accettato e voluto a tal punto che dura immutato nell'eternità ("come vedi ancor non m'abbandona" Inf. V, 105), ma per il modo il cui quell'amore si è realizzato, non secondo i gentili canoni dell'amor cortese, ma nei modi della passione che fece perdere ad entrambi l'onore in vita e la salvezza per l'eternità.
Inf. V, 100-102
Amor, ch'a nullo amato amar perdona
prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
La seconda terzina, invece, rende conto del sentimento di Francesca. La reciprocità dell'amore è un altro dei temi fondamentali dell'amor cortese: per Andrea Cappellano, infatti, l'amore non può tollerare che l'oggetto amato non ricambi il sentimento.
Inf. V, 103-104
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.
Gli ultimi versi rendono conto del tragico epilogo di questa vicenda e, al tempo stesso, forniscono lo spunto per la meditazione di Dante sul tema fondamentale del rapporto fra amore-virtù ed amore-passione.Francesca, con dolcezza composta e dolente, racconta il momento del peccato, il più irriflessivo ed insieme determinante, che chiude la sua vita spirituale. "Un giorno" qualsiasi, in una condizione del tutto normale della vita di corte che, Dante conosceva bene, i due cognati leggono insieme uno dei romanzi tanto diffusi. Il turbamento nasce seguendo ancora quei canoni dell'amor cortese, tranquillo e forse un po' compiaciuto gioco sentimentale, codificato nel "De Amore" di Andrea Cappellano, ma acquista presto tutt'altra forza.
giovedì 23 ottobre 2008
alla redazione
mercoledì 22 ottobre 2008
il nostro primo post
Serena, Gaetano, Giorgio, Alessia, Paola, Nicoletta, Daria, Chiara, Giuliana, Alessandro e Giulia
Siamo pronti ad accogliere tutti i post che ci proporrete, ma solo se..... vanno bene alla prof!!!
Scherzi a parte, scriveremo tutto ciò che di interessante e intelligente ci proporrete!
CIAO DALL'INIMITABILE II C E DALLA CLASSE DI LATINO II CORSO 2008/2009