lunedì 27 ottobre 2008

ecco la parte più significativa del cerchio dei lussuriosi: PAOLO & FRANCESCA

Inf. V, 100-102
Amor ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.


La corrispondenza fra "amore" e "cuore gentile" è uno dei cardini dello stilnovismo: Dante stesso aveva scritto che "Amore e cor gentil sono una cosa" e, prima di lui, anche il Guinizzelli aveva affermato che "Al cor gentil rempaira sempre amore".Questa terzina rende, quindi, conto del sentimento di Paolo, che, a causa della sua gentilezza d'animo e della bellezza della cognata, non può non provare un sentimento d'amore, pericolosamente al margine, forse, fra l'amore-gioco e l'amore passione.L'inciso che chiude il verso 102 "e 'l modo ancor m'offende" è uno dei nodi del testo dantesco ed ha impegnato a lungo la critica.
Alcuni hanno voluto vedervi il primo accenno alla morte violenta, forse prematuro, se si considera la perfetta scansione nei tre tempi canonici del racconto di Francesca (nascere del sentimento, reciprocità, conclusione), e fuori luogo, se si considera che nella valutazione di Dante la fine della vicenda non è la morte, ma "il doloroso passo", il drammatico passaggio dall'amor cortese alla passione.In Dante, poi, il vocabolo "offendere" ha raramente il significato corrente, mentre è più attestato il valore di "avvincere" oppure di "danneggiare". L'inciso può essere così interpretabile come il rimpianto di Francesca non per il sentimento in sè, accettato e voluto a tal punto che dura immutato nell'eternità ("come vedi ancor non m'abbandona" Inf. V, 105), ma per il modo il cui quell'amore si è realizzato, non secondo i gentili canoni dell'amor cortese, ma nei modi della passione che fece perdere ad entrambi l'onore in vita e la salvezza per l'eternità.
Inf. V, 100-102

Amor, ch'a nullo amato amar perdona
prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.


La seconda terzina, invece, rende conto del sentimento di Francesca. La reciprocità dell'amore è un altro dei temi fondamentali dell'amor cortese: per Andrea Cappellano, infatti, l'amore non può tollerare che l'oggetto amato non ricambi il sentimento.
Inf. V, 103-104
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.


Gli ultimi versi rendono conto del tragico epilogo di questa vicenda e, al tempo stesso, forniscono lo spunto per la meditazione di Dante sul tema fondamentale del rapporto fra amore-virtù ed amore-passione.Francesca, con dolcezza composta e dolente, racconta il momento del peccato, il più irriflessivo ed insieme determinante, che chiude la sua vita spirituale. "Un giorno" qualsiasi, in una condizione del tutto normale della vita di corte che, Dante conosceva bene, i due cognati leggono insieme uno dei romanzi tanto diffusi. Il turbamento nasce seguendo ancora quei canoni dell'amor cortese, tranquillo e forse un po' compiaciuto gioco sentimentale, codificato nel "De Amore" di Andrea Cappellano, ma acquista presto tutt'altra forza.

Nessun commento: