Dante e Virgilio giungono nell' ottavo cerchio dell' inferno. Qui si trovano i consiglieri di frodo: come in vita ingannarono gli altri con consigli falsi e interessanti, alimentando le fiamme della discordia , cosi' ora vagano senza pace avvolti in una fiamma che li nasconde alla vista.
Dante, incuriosito da una fiamma che ha differenza delle altre ha due punte,chiede spiegazioni a Virgilio: in essa si trovano le anime di Ulisse e Diomede,i due eroi greci famosi per l'inganno del cavallo di troia e per altre azioni fraudolente compiute insieme.
Quando la fiamma si avvicina, Virgilio chiede a Ulisse di raccontare la sua vera fine.l'eroe greco allontanandosi da Gaeta,dove la maga circe lo aveva tenuto prigioniero più di un anno , convinsse i compagni a navigare oltre le colonne D 'ercole, che segnavano il limite posto dagli dèi al mondo degli uomini. Il desiderio di conoscere era il più forte era in lui il più forte degli afetti familiari.Giunti ormai nell' altro emisfero, dopo cinque lune di navigazione nell' Oceano ,Ulisse e il suo equipaggio avvistarono un alto monte.Non fecero però quasi in tempo a rallegrassi che un turbine improvviso colpi' la nave e li sprofondò negli abissi.
L' Ulisse dantesco non è più l'eroe omerico del ritorno agli effetti familiari, una volta compiuto il dovere verso la patria , e non è neppure l' aliari ,una volta compiuto il dovere verso la patria ,e non è neppure l'astuto ingannatore della tradizione latina.Egli nell' inferno è punito , ma soprattutto
il simbolo del desiderio umano di affrontare l'ignoto, di allargare gli orizzonti della conoscenza. La sua impresa è un "FOLLE VOLO" ,cioè assurda e quindi destinata a naufragare