venerdì 28 novembre 2008

compitoooo di letteratura

Ehy raga... Martedì scorso compito in classe di letteratura troppo ma troppo difficile, per fortuna che la Prof. ci ha dato il permesso di andare ai pc per fare le ricerche... Giovedì la Prof ha portato i compiti e... in pratica abbiamo avuo tutti un buon risultatooo.. Volevamo solamente specificare da parte di tutta la classe che vogliamo un mondo di bene alla nostra Prof. Tiralosi e Pettinato....




by .... (

giovedì 27 novembre 2008

.....


Grazie miei cari ammiratori!!!
A.T.
Rilascio autografi (dietro lauto compenso)

mercoledì 26 novembre 2008

Professoressa A.T. .... complimenti per la tarantella!!!!!
by "gli spettatori"........... nico, gae bau, giorgiogoogle!!!!!

mercoledì 19 novembre 2008

desperado



ragazzi di latino...... i verbiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
A.T.

domenica 16 novembre 2008

La LiNgUa DeI SeGnI


La lingua dei segni è un sistema di comunicazione visivo utilizzato dalle comunità dei segnanti a cui appartengono in maggioranza persone sorde o con udito troppo debole per poter comunicare a voce.
La comunicazione avviene producendo quelli che a un profano possono sembrare dei banali gesti, ma in realtà si tratta di
segni (che a differenza dei gesti hanno uno specifico significato codificato ed assodato, come avviene per le parole) compiuti con una o entrambe le mani, ad ognuno dei quali è assegnato uno o più significati. Le lingue dei segni sfruttano il canale visivo-gestuale, perciò il messaggio viene espresso con il corpo e percepito con la vista.
Le lingue dei segni sono afferenti alle comunità dei sordi sparse su tutto il mondo: ad ogni nazione corrisponde una sua lingua:
in
Italia, la Lingua dei Segni Italiana (LIS),
negli
Stati Uniti la Lingua dei Segni Americana o American Sign Language (ASL),
nel
Regno Unito la Lingua dei Segni Britannica o British Sign Language (BSL),
in
Francia la Lingua dei Segni Francese o Langue des Signes Français (LSF)
e cosi via. È da sottolineare che non solo a ogni nazione corrisponde una specifica lingua dei segni, ma che anche all'interno dello stesso paese esistono leggere varianti regionali della lingua dei segni nazionale ed in certi casi, perfino all'interno di una stessa città tra circoli di diversi istituti

sabato 15 novembre 2008

E guerra sia!!!!!!!

sabato 8 novembre 2008

Ragazzi mentre cercavo il commento su ulisse ho trovato un blog di ragazzi come noi!!!
Visitatelo!!!!
http://www.blogsecondaa.blogspot.com/

by Gae bau

il folle volo di ulisse

Nell'immaginario dell'uomo moderno la figura di Ulisse è il simbolo della ricerca del sapere, di colui che instancabilmente cerca nuove strade e sposta in continuazione i traguardi di quel suo inarrestabile e metaforico viaggio verso ciò che è ancora sconosciuto. Difficilmente l'uomo moderno, ancor più l'uomo del secolo appena trascorso e di quello presente, trova elementi negativi nell'impresa di Ulisse alla ricerca del sapere, e se problematiche etiche si pongono ancor oggi allo scienziato in ordine ad esempio alle questioni della manipolazione genetica, è però altrettanto vero che per noi la conoscenza è un valore comune ormai acquisito e fortemente interiorizzato.
La libertà di ricerca e di pensiero è una realtà indiscussa, non esistono più tribunali, nemmeno immaginari, che mettano in discussione il sapere. Le nuove frontiere raggiunte dalla conoscenze stimolano spesso dibattiti accesi e spesso preoccupati sulle conseguenze della realizzazione tecnica delle scoperte scientifiche, ma questo è il frutto inevitabile e legittimo del rapporto etico che l'uomo ha con la realtà.
Dante, invece, non è un uomo moderno, appartiene fortemente all'epoca in cui è vissuto, è cioè un uomo del medioevo, il suo pensiero è fortemente radicato a quella realtà.
Dante condanna Ulisse all'Inferno nell'ottava bolgia, tra i consiglieri fraudolenti, ma quello che emerge con maggior forza nel canto XXVI è il racconto dell'ultima, estrema impresa di Ulisse: il "folle volo" oltre le
Colonne d'Ercole.
Ma qual è la discriminante che ci separa l'uomo moderno da Dante e dagli uomini del suo tempo?
Innanzi tutto Dante non è un uomo "
copernicano", la sua visione cosmologica gli impone un'immagine dell'Oceano profondamente diversa da quella che più tardi le scoperte geografiche avrebbero offerto. Per lui l'Oceano non è l'ignoto da scoprire, non è la possibile via di comunicazione con i mercati orientali, per Dante oltre le Colonne d'Ercole c'è il mondo senza gente (Inf. XXVI; 117), la parte del globo terrestre negata ai viventi, dove l'unica terra emersa è la montagna del Purgatorio. L'impresa di Ulisse rappresenta quindi per il poeta medievale la violazione delle leggi divine. Dante, allora, non poteva supporre che non molti anni dopo la sua morte l'Oceano al di là delle Colonne d'Ercole sarebbe stato navigato e che in Europa si sarebbe presto diffusa la notizia della scoperta delle Canarie.
Se la concezione cosmologica medievale ci aiuta a capire l'immaginario dantesco per quanto riguarda l'ultimo viaggio di Ulisse, un altro elemento importante ci può aiutare a comprendere la condanna di Dante nei confronti di Ulisse.
Mentre per il lettore moderno il nome di Ulisse rimane legato all'
Odissea di Omero, è importante sottolineare il fatto che Dante non potè conoscere i poemi omerici e Ulisse è per lui un personaggio conosciuto attraverso le opere latine di Stazio, Ovidio e Virgilio. Questa precisazione sulle fonti a cui Dante ha attinto per conoscere la figura di Ulisse non è una pura curiosità filologica, in quanto è anche di tale mediazione che risente la condanna di Dante nei confronti di Ulisse. Motivo costante nelle opere latine degli autori citati è infatti l'evidente simpatia per i Troiani, progenitori dei Romani, e l'avversione per i Greci perfidi e falsi che hanno incendiato e distrutto Troia. Per Dante ciò che era narrato nell'Eneide da Virgilio (l'assedio di Troia, il viaggio di Enea, l'aiuto del Cielo all'eroe troiano, la sua discesa all'Inferno) erano fatti storicamente avvenuti. E se tutti i Greci erano perfidi, Ulisse rappresentava il simbolo dell'empietà e della scelleratezza.
Un'altra importante considerazione si impone a questo punto per comprendere maggiormente la posizione dantesca rispetto all'astuto Ulisse: nel medioevo cristiano l'aggettivo sapiente non implicava un giudizio morale necessariamente positivo ed era importante, se non indispensabile, distinguere tra vera sapienza e vana sapienza, cioè tra la sapienza che si rivolgeva a Dio e quella invece che aveva come come fine le cose terrene. Per l'uomo medievale è fondamentale stabilire il valore positivo o negativo della conoscenza, il fine cui essa tende. E allora a qual fine tende il desiderio di conoscenza di Ulisse per Dante?
La sapienza, se non è rivolta a Dio, è stoltezza, è superbia e quindi Ulisse non si trova tra coloro che seguirono le giuste vie della sapienza, ma è dannato nelle Malebolge.
L'orazione di Ulisse ai compagni, nonostante muova da un desiderio di perfezionamento della natura umana (fatti non foste per viver come bruti,/ma per seguir virtute e canoscenza), è per Dante un consiglio fraudolento, in quanto la virtù può esercitarsi solo nell'osservanza delle leggi divine e nel riconoscimento dei limiti posti alla conoscenza umana.
Nonostante tutto questo Dante non nega a Ulisse una comprensione umana che nell'Inferno aveva già riservato a Francesca e a Farinata, nel senso che la sua è una condanna sofferta perché sente quel che di grandioso vi può essere nell'impresa di Ulisse.

by Gae bau


venerdì 7 novembre 2008

il folle volo di Ulisse

Dante e Virgilio giungono nell' ottavo cerchio dell' inferno. Qui si trovano i consiglieri di frodo: come in vita ingannarono gli altri con consigli falsi e interessanti, alimentando le fiamme della discordia , cosi' ora vagano senza pace avvolti in una fiamma che li nasconde alla vista.
Dante, incuriosito da una fiamma che ha differenza delle altre ha due punte,chiede spiegazioni a Virgilio: in essa si trovano le anime di Ulisse e Diomede,i due eroi greci famosi per l'inganno del cavallo di troia e per altre azioni fraudolente compiute insieme.
Quando la fiamma si avvicina, Virgilio chiede a Ulisse di raccontare la sua vera fine.l'eroe greco allontanandosi da Gaeta,dove la maga circe lo aveva tenuto prigioniero più di un anno , convinsse i compagni a navigare oltre le colonne D 'ercole, che segnavano il limite posto dagli dèi al mondo degli uomini. Il desiderio di conoscere era il più forte era in lui il più forte degli afetti familiari.Giunti ormai nell' altro emisfero, dopo cinque lune di navigazione nell' Oceano ,Ulisse e il suo equipaggio avvistarono un alto monte.Non fecero però quasi in tempo a rallegrassi che un turbine improvviso colpi' la nave e li sprofondò negli abissi.
L' Ulisse dantesco non è più l'eroe omerico del ritorno agli effetti familiari, una volta compiuto il dovere verso la patria , e non è neppure l' aliari ,una volta compiuto il dovere verso la patria ,e non è neppure l'astuto ingannatore della tradizione latina.Egli nell' inferno è punito , ma soprattutto il simbolo del desiderio umano di affrontare l'ignoto, di allargare gli orizzonti della conoscenza. La sua impresa è un "FOLLE VOLO" ,cioè assurda e quindi destinata a naufragare

mercoledì 5 novembre 2008

OBAMA PRESIDENTE, L'AMERICA CAMBIA PELLE



"Nulla in questo Paese è impossibile" -
Il senatore dell'Illinois, 47 anni, diventa il 44esimo presidente degli Stati Uniti. Nella lunga notte elettorale ha superato quota 360 grandi elettori. Poi il discorso di investitura davanti alla folla di Chicago: "Non siamo una collezione di individui. Siamo gli Stati Uniti". Ai democratici forte maggioranza al Senato. Vola il dollaro, Borse asiatiche in rialzo.
da "La Repubblica" (05/11/2008)

martedì 4 novembre 2008

La commedia

martedì, 04 novembre 2008
La Commedia
L'espressione usata nei confronti di Caronte:
« Caron, non ti crucciare:
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare » (Inf III 95-96)
“Questa è la volontà di chi detiene il potere, non chiedere altro".(IL POTERE DI DIO)
Nella Commedia, Virgilio, la pronuncia per quietare gli spiriti infernali che protestano al passaggio dei due visitatori, in particolar modo contro Dante stesso che è persona vivente.
Nel linguaggio comune l'espressione viene usata per indicare (anche in maniera sarcastica) la volontà di qualcuno che non può essere messa in discussione, cioè l'ordine di un superiore che ha il potere ultimo di decisione, contro il quale ogni lamentela è inutileee!!!